Il lutto: come comunicare con i parenti
La morte come “tabu” anche per gli operatori sanitari è l’atteggiamento di rifiuto della morte da parte della professione medica e infermieristica; il verbo morire viene coniugato alla terza persona: “è morto, sono morti”. Si parla di una morte astratta e anonima, in terza persona; ma quella cui si accosta il medico e l’infermiere non può essere mai una morte “anonima”; è sempre la morte di qualcuno con cui si è in relazione, è la morte del tu, in seconda persona.
Con l’arrivo della morte non c’è più il classico rapporto unidirezionale che vede il medico o l’infermiere attivo da un lato e il malato passivo dall’altro, ma un rapporto tra due individui di fronte alla morte. Ognuno dei due “attori” reagisce come individuo influenzando profondamente la relazione tra il sanitario e il malato.
Oggi i medici e gli infermieri sono addestrati a intervenire attivamente “adesso e subito” utilizzando abilità pratiche e conoscenze, mentre venire a contatto col morente significa impegnarsi in un ascolto attivo, cercando di capire quello che la persona vuole comunicare.
Il corso permette di:
- Approfondire gli aspetti relazionali (comunicazione interna, esterna, con paziente) e umanizzazione delle cure
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- La comunicazione: gli elementi e gli assiomi
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